“Segnali di vita”, intervista al regista Leandro Picarella
Un viaggio emozionante alla scoperta dell'empatia e del bisogno di relazioni in un mondo lontano dalla frenesia delle città.
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“Conversation with” at the 20th Marrakech IFF, interview with actor Willem Dafoe Bénédicte Prot
"Zucchero - Sugar Fornaciari", intervista a Zucchero e alla regista Valentina Zanella Federica Scarpa
Il documentario “Zucchero – Sugar Fornaciari”, diretto da Valentina Zanella e Giangiacomo De Stefano, presentato alla 18° Festa del Cinema di Roma come Proiezione Speciale, è un grandissimo tributo al cantante di Roncocesi, che ha fatto della musica la sua più grande ragione di vita.
Nell’intervista a FRED FIlm Radio, Valentina Zanella, uno dei due registi, ci racconta del grande lavoro d’archivio dietro al film, con quasi 100 ore di girato tra interviste ai colleghi e performance di Zucchero, e di come, attraverso il montaggio, sono riusciti a ricostruire la grande carriera del cantante.
Zucchero stesso fa da narratore del film, e racconta tutta la sua vita, la sua grande passione per la musica che lo ha sempre guidato e a volte anche salvato. E’ proprio nei momenti più bui della sua vita, quelli di grande depressione, che racconta nel documentario, che la musica si è offerta come faro di speranza, permettendogli di comporre alcune delle sue canzoni più immortali, come “Miserere”.
Il film è anche un tributo a Zucchero da parte dei suoi colleghi. Il documentario “Zucchero – Sugar Fornaciari” vanta interviste a Sting, Bono, Brian May, Paul Young, Andrea Bocelli, Salmo, Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Roberto Baggio, Jack Savoretti, Don Was, Randy Jackson e Corrado Rustici. Tutti insieme, per celebrare “Il Cappellaio Matto dalla voce di cuoio” che sa cantare il blues dell’Italia più profonda.
Un tour mondiale sold-out fra capitali europee, Nord America, Stati Uniti e anche l’Oceania. È il World Wild Tour 2022-2023 di Zucchero, ennesima prova di quanto questo artista riscuota successi in tutto il mondo, cosa che in Italia riesce a pochissimi. La band che lo accompagna vanta musicisti di caratura internazionale che suonano da paura, lui è un animale da palcoscenico che per più di due ore fa ballare, commuovere, emozionare. La storia inizia da qui, dall’inizio di uno di questi concerti. Mentre i musicisti si preparano lui
scalda la voce nel quick change, e poi sale sul palco.
La vanga, le radici, il cappello simbolo di questo tour ci portano indietro a dove tutto è iniziato, davvero. Roncocesi, fine anni ‘50. La profonda provincia emiliana prova a scrollarsi di dosso la puzza di miseria, ma Roncocesi non è Milano e neanche Reggio Emilia, e il boom qua non arriva. Arriva però la malinconia del blues, la carica sessuale dell’R’n’B, arrivano le lacrime del Soul. Un ragazzino capisce che quell’energia dei neri d’America è la stessa che si respira lì, alla periferia di tutto. Prova a suonare quei motivi all’organo della chiesa
di Roncocesi, quando non c’è messa ovviamente, e capisce che la musica gli salverà la vita.
Attacchi di panico, ansia, una profonda depressione seguita alla fine del più grande amore della sua vita. Questo è ciò che si nasconde dietro al grande artista, performer e autore. È tutta una questione di radici, soprattutto quando ti sembra di essere arrivato troppo lontano rispetto a dove sei partito e non ti riconosci più, le radici si piantano dappertutto e dappertutto attecchiscono. E succede che le star internazionali vengono a suonare con uno da Roncocesi, in Emilia, mentre lui, ZUCCHERO è in giro per il mondo a riempire le arene.
Written by: Federica Scarpa
Festival
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