Per il suo lungo e prolifico lavoro con la compagna d’arte e di vita Angela Ricci Lucchi, scomparsa nel 2018, Yervant Gianikian riceve, al 37° Bolzano Film Festival, il premio alla carriera.
Un riconoscimento che il direttore artistico, Vincenzo Bugno, motiva con il valore artistico ma anche con la stima e l’affetto con le seguenti parole: “nel vostro lavoro c’è qualcosa che ci emoziona profondamente. Mai come ora siamo convinti dell’importanza della storia, dell’importanza del passato spesso rimosso, in questa era di complessità che si tende drammaticamente a semplificare e che ci avete fatto e ci fate sentire. E rendete visceralmente visibile grazie alla coerenza e al rigore del vostro percorso di ricerca artistica”.
Non solo Vincenzo Bugno ad elogiare il cinema della coppia, ma anche il critico Paolo Mereghetti, presente alla consegna del Premio: “I vostri film sono strumenti di conoscenza e critica capaci di interrogare la «verità» tramandata dalla macchina da presa”. Si ritrova in questa definizione Yervant Gianikian che aggiunge: “noi scopriamo e rovesciamo le ideologie dei materiali originali, ne facciamo emergere i significati nascosti”.
Durante il festival verranno proiettati sette film degli autori: Ritorno a Khodorchur. Diario armeno (1986), Lo specchio di Diana (1996), Images d’Orient – Tourisme vandale (2001), Oh! Uomo (2004), Paese barbaro (2013), I diari di Angela – Noi due cineasti. Capitolo 2 (2019) e Frente a Guernica (Versione Integrale) (2023).
Riguardando e ripensando al suo cinema con Ricci Lucchi, Gianikian ribadisce che l’estetica marcia insieme all’etico, sempre.
Al lavoro sul terzo capitolo di “I Diari di Angela“, Gianikian non anticipa nulla ma dichiara la volontà di intraprendere un ulteriore progetto per chiudere il cerchio sui fascismi.