Unico film italiano in concorso alle Giornate degli Autori, “Taxi Monamour” è il quartro lungometraggio diretto da Ciro De Caro che ha presentato il film a Venezia 81 insieme alle protagoniste Rosa Palasciano (anche sceneggiatrice) e Yevi Sai.
Il punto di partenza
“Taxi Monamour” arriva dopo il grande successo di “Giulia”, terzo film di Ciro De Caro presentato sempre alle Giornate degli Autori. Ma l’idea del film è precedente ed è scaturita da un’immagine. “L’abbiamo vista assieme io e Ciro”, confida Rosa Palasciano. “Erano due donne in riva al mare che consumavano un pranzo in silenzio. Da lì abbiamo iniziato a parlare, a scrivere una storia che poi è cambiata tantissime volte. Ci sono non so quante stesure, fino ad arrivare poi a trovare queste due protagoniste, a costruire due identità molto forti, diverse, con una sensibilità assolutamente comune”.
L’incontro di due solitudini
Il percorso di autodeterminazione delle due protagoniste di “Taxi monamour” parte da un doppio elemento negativo, da un lato la malattia e dall’altro la guerra. Ma queste due realtà portano a qualcosa di positivo. “L’incontro tra Anna e Cristi avviene per sfortuna. Avrebbero tranquillamente preferito non incontrarsi piuttosto che vivere quello che stanno vivendo. Ma nel dramma si sono incontrate, hanno messo assieme i loro problemi, le loro solitudini e si sono accompagnate per un pezzetto. Proprio come in un taxi. Si sono fatte un po’ coraggio, si sono prese un po’ per mano” confida Ciro De Caro.
Dal testo scritto all’istinto
Il personaggio di Cristi porta con sé un grande dolore. Vive in Italia ma il suo cuore è in Ucraina. E cerca in tutti i modi di respingere Anna e il suo tentativo di scalfire la sua corazza. “Quando ho visto il film dicevo: ‘Ma cosa fa? Perché reagisce così?’. Però mentre stavamo girando sembrava tutto giusto”, ammette Yeva Sai. “Prima di cominciare a girare abbiamo parlato del personaggio, abbiamo letto qualche volta insieme con Ciro la sceneggiatura e piano piano Cristi stava apparendo. Però poi quando stavamo lavorando insieme con Rosa non c’era più una cosa scritta”.
Uno spettatore silenzioso
In “Taxi Monamour” Ciro De Caro segue i suoi personaggi con la macchina da presa seguendoli, spesso riprendendoli da dietro, lasciandoli estremamente liberi di muoversi nello spazio. “Volevo essere come uno spettatore silenzioso. Per me la macchina da presa è un personaggio che è veramente lì”, spiega il regista. “È una storia talmente delicata di cose che non vengono dette o non vengono viste che doveva poter cogliere ogni sfumatura. Come regista credo che il cinema abbia il dovere di avere un proprio linguaggio, di avere uno sguardo personale sul mondo. Non mi piace fare un film “fatto bene” in cui è tutto bello perché è cinema. Per me il cinema deve essere qualcosa che costringe lo spettatore a non togliere lo sguardo dallo schermo. Mi piace trovare la verità di un momento unico e il linguaggio cinematografico mi permette di farlo. Lo voglio fare come piacere ma anche come dovere. Non sono interessato alle storie illustrate”.
Plot
Il film racconta l’incontro tra due donne all’apparenza diverse ma che in fondo si assomigliano molto. Anna è in conflitto con se stessa e la propria famiglia e affronta in solitudine la sua malattia; Cristi fugge da una guerra che la tiene lontana da casa. Tutti consigliano ad Anna di seguire il suo compagno in un viaggio di lavoro e a Cristi di restare al sicuro in Italia. L’incontro, seppur breve, sarà un tuffo nella libertà.