Kohei Igarashi, regista di “Super Happy Forever”, nella sezione Giornate degli Autori – Una toccante esplorazione della vita, della perdita e del desiderio di felicità in mezzo al caos.
play_arrow
“Super Happy Forever,” Intervista con il regista Kohei Igarashi e l'attore Miata YoshinoriLaura Della Corte
In un’intervista coinvolgente, Kohei Igarashi, il visionario dietro “Super Happy Forever” nella sezione Giornate degli Autori, rivela il percorso coinvolgente che ha portato alla creazione di questo film unico. La genesi del film risale al 2018, quando Igarashi ricevette un’email da Hiroki Sano e Yoshinori Miyata, esprimendo il loro desiderio di interpretare i propri personaggi in un film. Intrigato dal concetto, Igarashi incontrò Sano e Miyata nel 2019, dove uno scambio di idee gettò le basi per “Super Happy Forever”. Tuttavia, l’inizio della pandemia di COVID-19 ha posto sfide che hanno dovuto affrontare insieme, costringendoli a esplorare più profondamente i temi della vita e della perdita.
La narrazione si svolge tra il 2018 e il 2023, incorporando la pandemia come una significativa ellissi nella storia. Igarashi discute di come i cambiamenti apportati dal COVID-19 abbiano alterato le percezioni di normalità e messo in luce la natura transitoria della vita. Dopo la pandemia, si è registrato un rinnovato interesse tra i giovani per visitare attrazioni turistiche in declino e città di villeggiatura, tra cui Atami, dove è stato girato il film. Questa esplorazione degli spazi in declino invita a riflettere sulle intersezioni tra memoria, nostalgia e vita contemporanea.
Il processo di casting ha svolto un ruolo cruciale nel plasmare l’autenticità del film. Igarashi si è subito connesso a livello personale con Sano e Miyata. Per il personaggio di Nagi, si sono rivolti a Naoru Yamamoto, che Miyata aveva incontrato durante delle audizioni. Igarashi l’aveva già vista in una performance impressionante in “Cat Escaped” e desiderava collaborare con lei. Per il personaggio di An, la ricerca si è estesa a trovare una donna vietnamita senza esperienza di recitazione, portandoli infine a Hoang Nhu Quynh, che ha emanato allegria e fascino fin dal loro primo incontro.
Durante tutto il processo creativo, Kohei Igarashi enfatizza l’atmosfera collaborativa sul set. Con circa venti membri della troupe, la comunicazione e lo scambio di idee erano incoraggiati tra i vari dipartimenti, promuovendo un senso di cameratismo. Questo spirito collaborativo è stato fondamentale per creare una narrazione coesa che coinvolgesse il pubblico su più livelli.
Ambientato nello scenario pittoresco della penisola di Izu, la scelta delle location per le riprese è stata fondamentale per l’atmosfera del film. Igarashi spiega come il set principale dell’hotel sia stato composto da tre diversi stabilimenti per creare una rappresentazione autentica di una località balneare. Hanno accuratamente combinato luoghi come spiagge e moli per formare una città turistica fittizia, esaltando il senso di luogo del film.
Il montaggio e la post-produzione sono stati realizzati con un occhio attento ai dettagli. Inizialmente, la montatrice Keiko Ohkawa ha preso il comando, assemblando un primo montaggio basato sulla sua interpretazione del girato, arrivando a una lunga versione di 120 minuti. Tuttavia, Igarashi sentiva che il prodotto finale necessitava di perfezionamento e ha cercato l’assistenza di Damien Manivel, che ha fornito indicazioni durante le fasi finali del montaggio. Questa collaborazione ha permesso di ottenere una narrazione più focalizzata. Anche il design del suono nel film gioca un ruolo vitale, con l’uso di suoni meccanici distanti per creare l’atmosfera di un hotel deserto, trasmettendo il disagio dei personaggi e l’essenza sfuggente della loro storia.
La musica è diventata una forza guida per la narrazione del film, conferendole un respiro distintivo. Igarashi rivela che la scelta della canzone “Beyond the Sea” di Bobby Darin è stata ispirata da un momento casuale in un pub, dove ha sentito un’immediata connessione con il sentimento malinconico della canzone. Questa idea si è evoluta in una storia che intreccia temi di perdita e nostalgia, risuonando con le esperienze e i ricordi di Igarashi. A completare il tutto, una colonna sonora originale è stata creata da Daigo Sakuragi per rafforzare il paesaggio emotivo del film, enfatizzando ripetizione e riflessione.
Il titolo “Super Happy Forever” incapsula l’essenza del film. Igarashi desiderava un titolo semplice ma edificante che fungesse da “preghiera” per la felicità in mezzo all’imprevedibilità della vita. Riconosce che, sebbene la narrazione possa sembrare malinconica quando vista linearmente, trasmette anche che i momenti di gioia possono durare oltre i confini del tempo. Alla fine, spera che gli spettatori lascino il film con un senso di rassicurazione che la felicità, sebbene effimera, non sia mai veramente perduta.
Plot
Accompagnato dall’amico Miyata, Sano torna a Izu, una località balneare del Giappone dove cinque anni prima si era innamorato della moglie Nagi.
La regista Chloé Barreau ci parla del suo film "Frammenti di un percorso amoroso": "Parlare delle mie storie d'amore è stato un pretesto per raccontare quelle dello spettatore. Il cinema è la vita senza le parti noiose".
In questa intervista, Alessandro Roia ci racconta la genesi della sua opera prima "Con la grazia di un Dio" presentata alle Giornate degli autori di Venezia
Intervista esclusiva a Elena Di Giovanni, co-direttrice del Master internazionale in Accessibility to Media, Arts and Culture all'Università di Macerata.
Fin dal 2013 Final Cut in Venice si è rivelata un'iniziativa cruciale, facilitando il completamento di film provenienti da nazioni africane e cinque paesi del Medio Oriente, tra cui Iraq, Giordania, Libano, Palestina e Siria. Il programma di quest'anno offre …