I protagonisti di "Suburræterna" parlano di cosa abbia significato per loro tornare a interpretare Spadino e Cinaglia e del potenziale di questa nuova serie
play_arrow
"Suburræterna", intervista agli attori Giacomo Ferrara e Filippo NigroGiulia Bianconi
Chi pensava che l’universo “Suburra“ si fosse concluso dopo tre stagioni nel 2020 dovrà ricredersi. Perché i giochi di potere tra politica, criminalità e Chiesa non si esauriscono mai. Presentata in anteprima alla Festa del cinema di Roma 2023, dal 14 novembre c’è su Netflix“Suburræterna”, la nuova serie scritta da Ezio Abbate e Fabrizio Bettelli, e diretta da Ciro D’Emilio e Alessandro Tonda, dove ritroveremo personaggi e attori storici, come Giacomo Ferrara, Filippo Nigro, Carlotta Antonelli, Federica Sabatini, e new entry, da Marlon Joubert e Aliosha Massine.
Tornare a interpretare Spadino e Amedeo Cinaglia in questa nuova espansione seriale è stata una grande sfida per Giacomo Ferrara e Filippo Nigro.
“Alberto Anacleti ha fatto pace con la voglia di potere che aveva prima – racconta Ferrara, che parla di un percorso di crescita del suo personaggio, più che un ritorno alle origini – È diventato quello che ha sempre sognato. Sarà chiamato, però, per la famiglia a tornare a casa e compirà un atto d’amore profondissimo”.
“Cinaglia è rimasto a Roma, cercando di sopravvivere e schivare i colpi, mentre tutti cercano di farlo fuori. Continua a cercare delle alleanze, portando con sé un segreto allucinante con cui deve fare i conti tutti i giorni”, aggiunge Nigro.
L’attore riflette anche sulle nuove possibilità di una serie come questa: “La gente è sempre interessata a sentir parlare dei temi che tratta la serie, politica, criminalità, Chiesa. Non c’è il rischio che possa annoiare”.
Plot
Roma, 2011. Il governo rischia di cadere, il Vaticano è in crisi e le piazze della città sono letteralmente date alle fiamme.
Nel mondo di mezzo Cinaglia (Filippo Nigro) ha raccolto l’eredità di Samurai e, insieme a Badali (Emmanuele Aita), continua a gestire gli affari criminali della città, con l’aiuto di Adelaide (Paola Sotgiu) e Angelica (Carlotta Antonelli), rimaste a capo degli Anacleti, e di Nadia (Federica Sabatini), che le aiuta a gestire le piazze di Ostia.
Ma c’è chi questo sistema non lo accetta più. Nuovi protagonisti scenderanno in campo, stravolgendo gli equilibri di Roma: inizia così una rivoluzione che, dalla Chiesa al Campidoglio e fino alle spiagge di Ostia, si espande velocemente per cancellare tutto ciò che rappresenta il passato.
Spadino (Giacomo Ferrara) sarà dunque costretto a tornare a casa, per evitare che la sua famiglia venga messa in pericolo insieme a tutto il resto, e a cercare nuovi alleati, anche laddove non avrebbe mai pensato di trovarli… Ma la guerra è guerra e in palio c’è il controllo di Roma.
"Suburra è stata la prima serie a raccontare Roma, affrontando diversi temi e facendo di questo universo criminale protagonisti dei giovani che lottano per il potere"
Il Presidente della Fondazione Cinema per Roma, Gian Luca Farinelli, presenta orgoglioso il programma della 18esima Festa del Cinema e rimarca che il cinema è in ottima salute.
La direttrice artistica della 18° edizione della Festa del Cinema di Roma, Paola Malanga, illustra il programma senza quote di nessun tipo e dalla presenza di molti esordi alla regia di attori e attrici navigati.
Intervista esclusiva a Elena Di Giovanni, co-direttrice del Master internazionale in Accessibility to Media, Arts and Culture all'Università di Macerata.
Fin dal 2013 Final Cut in Venice si è rivelata un'iniziativa cruciale, facilitando il completamento di film provenienti da nazioni africane e cinque paesi del Medio Oriente, tra cui Iraq, Giordania, Libano, Palestina e Siria. Il programma di quest'anno offre …