PODCAST | Chiara Nicoletti intervista Serena Rossi, attrice del film Io sono Mia.
“Non ho cercato di imitarla ma semplicemente di evocarla, donandole corpo e anima”: così Serena Rossi descrive il suo processo di interpretazione di Mia Martini nel biopic Io sono Mia, nelle sale per tre giorni dal 14 al 16 Gennaio e su Rai1 e Raiplay da Febbraio. L’attrice che ormai meravigliosamente percorre anche la carriera di cantante e conduttrice, svela il lavoro fatto duramente per interpretare al meglio una cantante icona della storia della canzone italiana e lo studio su interviste, live a Sanremo, performance varie grazie ad un vocal coach. Serena Rossi racconta anche cosa ha imparato da questa esperienza nei panni dell’artista tormentata Mimì Bertè in arte Mia Martini e spera che Io sono Mia aiuti a scoprire cose nuove su di lei e le faccia guadagnare nuovi estimatori tra i più giovani.
Io sono Mia: Ci sono artisti che hanno saputo, come pochi, esprimere lo spirito del tempo in cui vivevano e anzi, talvolta, anticiparne il corso. Tra questi c’è Mia Martini. Un’artista dalla voce unica, un’esperienza umana scandita da grandi successi e da un privato denso di emozioni, sempre in bilico tra crisi esistenziali e traguardi professionali. Per Mia Martini la consacrazione arriva nel 1972 con il brano Piccolo Uomo, che vince il Festivalbar e, l’anno dopo, bissa con il capolavoro Minuetto, in assoluto il suo 45 giri più venduto. Il 1974 è un anno fondamentale per Mia Martini che è considerata dalla critica europea la cantante dell’anno: i suoi dischi escono in vari paesi del mondo e registra i suoi successi in francese, tedesco e spagnolo, ottenendo consensi significativi anche all’estero. In particolare, in Francia dove viene paragonata a Edith Piaf. Una vita intensa e una personalità sincera e autentica, che ha saputo tenere testa a pregiudizi emarginanti e che non ha voluto scendere a compromessi, pagando a duro prezzo le proprie scelte artistiche e personali. Questa è la sua storia e il racconto del pregiudizio che ha deviato il corso della sua vita.
Per la prima volta nella sua storia, il Festival di Cannes svela due manifesti ufficiali della sua 78a edizione, ispirati al capolavoro di Claude Lelouch del 1966, vincitore della Palma d'oro, Un uomo, una donna.
Daphne Di Cinto porta il tema dell’intersezionalità al centro dell’Integrazione Film Festival 2025, un evento gratuito tra cinema, arte e inclusione, in scena a Bergamo dal 13 al 17 maggio.
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