“Avevo in mente un film essenziale, pochi elementi e il massimo dell’emozione. I miei attori si sono coinvolti emotivamente perché hanno sentito che era una storia per loro”. Manfredi Lucibello descrive l’atmosfera ed il punto di partenza del suo secondo film, “Non riattaccare”, dopo il fortunato esordio con “Tutte Le mie notti”
Presentato fuori concorso al 41° Torino Film Festival e prodotto dalla Mompracem di Carlo Macchitella, i Manetti Bros e Pier Giorgio Bellocchio, il film si ispira liberamente al libro omonimo di Alessandra Montrucchio e si poggia interamente sulle spalle della sua protagonista, Barbara Ronchi, in corsa contro il tempo, in stile Locke con Tom Hardy, per tentare di arrivare in tempo a casa del suo ex, Pietro (Claudio Santamaria) forse al punto di commettere un atto disperato.
Plot
È una delle tante notti anonime della quarantena quando il telefono di Irene squilla. È Pietro, il suo ex. Irene non lo sente da mesi, da quando la loro storia è finita, tentenna, ma alla fine risponde. Pietro è fuori di sé e le sue parole confuse lasciano presagire un atto disperato. A Irene non resta che mettersi in viaggio, in una città spettrale, senza mai riattaccare, con la speranza di raggiungerlo in tempo.