PODCAST | Chiara Nicoletti intervista Mario Piredda e Nora Stassi, regista e attrice del film L’agnello.
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Sembra di star osservando una vera famiglia in L’agnello, opera prima di Mario Piredda, in concorso ad Alice nella Città 2019. Grazie alla naturalezza con cui si dispiega un intenso e insolito rapporto padre-figlia adolescente, lo spettatore viene catapultato nel dramma di questa piccola famiglia dove c’è anche la malattia a rendere la linea d’ombra dell’adolescenza difficile da attraversare. Nora Stassi alla sua prima esperienza riesce a stento a trattenere l’emozione nel descrivere quanto il suo personaggio, Anita, sia ormai diventato parte di lei. Accoglie queste sensazioni il regista Mario Piredda nel confermare che l’intento del film fosse proprio di rendere questa storia il più vicina possibile alla realtà e allo spettatore.
L’agnello: Anita ha diciassette anni e vive in Sardegna, insieme a suo padre Jacopo, che è malato di leucemia e avrebbe bisogno con urgenza di un trapianto. I tempi d’attesa per la ricerca di un donatore sono troppo lunghi rispetto al progredire della malattia, e anche se i parenti hanno più probabilità di essere compatibili, non lo sono né Anita né suo nonno Tonino – un vecchio pastore che abita sull’altopiano, accanto a un’area militare. Jacopo ha un solo fratello, Gaetano, che vive dall’altra parte dell’Isola; i due non si parlano da anni a causa di un feroce litigio che non sembrano intenzionati a dimenticare. Con l’aiuto del nonno, ad Anita non resta che presentarsi a casa dello zio, determinata a ricucire gli strappi del passato, pur di convincerlo a fare le analisi che potrebbero salvare la vita di suo padre.
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