Raccontano una tradizione di cui hanno fatto parte, il regista Matteo Russo e lo sceneggiatore Carlo Gallo in Lux Santa, film presentato in concorso nella sezione documentari italiani al 41° Torino Film Festival.
Ambientato a Crotone, nei giorni che precedono il 13 dicembre, Festa di Santa Lucia dove, per tradizione, gruppi di ragazzi costruiscono e fanno ardere delle maestose piramidi di legno per ridare luce alla Santa che la leggenda narra come cieca. Una tradizione quella dei giovani crotonesi che diventa pretesto per raccontare una generazione di adolescenti senza riferimenti.
Matteo Russo e Carlo Gallo raccontano di aver trovato dei protagonisti accomunati dalla ricerca di uno spiraglio di luce per il futuro e da un carico pesante sulle spalle, quello di un’età adulta che vuole insinuarsi troppo presto poiché questi ragazzi sono costretti a prendersi la responsabilità delle proprie famiglie, spesso senza padri ( in carcere o sotto processo).
La forma con cui Russo guarda a questa storia è quella di un ibrido tra documentario e film di finzione, a “porre lo spettatore di fronte ad un miro invisibile tra fiction e documentario”.
Plot
Crotone, piccola cittadina del sud Italia, 70 mila abitanti circa. Ogni 13 Dicembre sullo sfondo silenzioso del cielo e del mare, gruppi di ragazzi onorano la tradizione dei fuochi di Santa Lucia costruendo e facendo ardere delle maestose piramidi di legno. La leggenda popolare narra che Santa Lucia era cieca. I dipinti la ritraggono con lo sguardo perso nel vuoto e in mano un piatto d’argento con sopra riposti i suoi occhi. Dunque il rito, nella citt̀adina, non deriva soltanto da una banale tradizione, bensì ha l’intento di restituire attraverso il fuoco la luce (lux) a Santa Lucia nel suo giorno.
A muovere la storia sarà il gruppo di ragazzi del quartiere Fondo Gesù che nelle loro giornate, per le vie della città alla ricerca della legna, fanno i conti con i l̀oro problemi personali della vita familiare. Ragazzi che all’eta di 15 anni si ritrovano a vivere già senza i loro padri e sono costretti ad essere mariti, sentendosi addossò il peso insormontabile della perdita dell’adolescenza. C’e chi a che fare con un padre in carcere, chi non lo ha mai conosciuto o chi, da qui a poco, lo perderà.
Un rito quello dei Fuochi di Santa Lucia che li unisce come fratelli nel perseguire un unico obiettivo: realizzare la struttura più alta e imponente della città. La maestosa piramide che arde li aiuta a ritrovare, oltre che la gioventù perduta, anche la “lux” nelle loro vite buie.