“L’expérience Zola” di Gianluca Matarrese con protagonisti Anne Barbot e Benoît Dallongeville, che hanno collaborato alla sceneggiatura, è un gioco di interpretazione ed esperienza tra attori, personaggi e il pubblico stesso. Presentato tra gli Eventi speciali delle Giornate degli autori 2023, alla Mostra del Cinema di Venezia, è nelle sale dal 13 settembre distribuito da Luce Cinecittà.
“Mi piaceva l’idea di far perdere i punti di riferimento allo spettatore senza farsi domande – spiega Gianluca Matarrese a Fred Film Radio – Io intendo il cinema come un laboratorio creativo e di ricerca. La creazione collettiva è alla base del teatro dal quale provengo. E ciò che mi interessa è anche indagare sul confine che separa il reale dalla finzione”.
Lo scannatoio, luogo politico e sociale di relazioni
Nel film i due protagonisti mettono in scena “L’assommoir” di Émile Zola, ossia “Lo scannatoio”.
“In questo testo c’è una forte critica politica e sociale, che riguarda la precarietà del lavoro, anche di chi fa parte del mondo dello spettacolo – racconta Gianluca Matarrese – Fare questo mestiere comporta il fatto di mischiare la vita all’arte, ma anche vivere una situazione incerta. È ciò che mi ha colpito di più del romanzo, questa sua dimensione sociale e politica che in quel caso riguardava una Parigi che schiaccia le persone, ma di un’attualità incredibile”.
Il Matarrese Universe
“L’unico motore” che spinge il regista e sceneggiatore di Torino a fare questo lavoro è “un bisogno irrazionale, fisiologico, organico e vitale”. Ogni volta che ne realizza uno, ne sta già creando di nuovi.
È accaduto mentre girava “Fashion Babylon”, dove ha inserito una scena in cui c’erano i protagonisti de “L’expérience Zola”. “Sono a otto film, mi piacerebbe arrivare a venti per realizzare un intreccio di storie e personaggi”, ci dice.
Una sorta di Materrese Universe.
Plot
Anne è una regista teatrale. Si è separata dal marito e sta cambiando casa. È spenta, senza desideri. Conosce Ben, vicino di casa servizievole e attore senza scritture. Lui la guarda con occhi appassionati, lei non vuole mai più legarsi a un uomo. Ma quando decide di mettere in scena L’assommoir di Émile Zola, è a lui che propone il ruolo di Coupeau, riservandosi quello di Gervaise. Man mano che la storia si sviluppa, il confine tra la vita reale e la rappresentazione teatrale si riduce sempre di più. Tra letture e prove, tra ricerca e studio, la realtà sfuma nella finzione e i due sembrano ripercorrere esattamente tutti i passaggi della storia di Coupeau e Gervaise, fino alla rovina.