Annalena Benini e Francesco Piccolo erano amici da molto tempo di Patrizia Cavalli quando le hanno proposto di realizzare un documentario su di lei, perché sentivano il dovere di raccontare una persona che amavano molto.
Così è nato “Le mie poesie non cambieranno il mondo“, presentato alla 20esima edizione delle Giornate degli Autori nella sezione Notti Veneziane, nel corso dell’80esima Mostra del Cinema di Venezia.
Il film sarà nelle sale italiane dal 14 settembre con Fandango.
Una poetessa dall’ironia sentimentale e dall’antiretorica
Il documentario si intitola come la prima raccolta di poesie scritte da Cavalli nel 1974.
“Quel titolo le fu suggerito da Elsa Morante, che è stato l’incontro fondamentale della sua vita”, racconta Benini. “Abbiamo deciso di utilizzare quello stesso titolo perché raccontano quanto Patrizia sia stata una poetessa dall’ironia sentimentale e dall’antiretorica”.
Una donna esempio di grande libertà
Patrizia Cavalli, scomparsa il 21 giugno 2022, accettando positivamente di prendere parte al documentario, “si è prestata a quello che ha considerato un gioco divertente anche con una certa vanità. Ha mostrato il suo modo libero e anti convenzionale di stare al mondo – spiega sempre Benini – È stata un magnifico esempio di libertà che non lotta per ottenerla perché lei l’ha imposta nel suo modo di vivere. Non si è adeguata a nessun codice”.
Plot
Un ritratto intimo, ironico e libero di Patrizia Cavalli. La poeta amata da Elsa Morante incarna la modernità anche pop della poesia italiana contemporanea, l’amore per le parole e per la performance. La sua storia è il cammino di una donna totalmente libera, bisognosa di pubblico e di amicizia, bisognosa di giocare seriamente con la vita. Una ragazza che scappa dalla provincia e dalle sue regole ordinarie per diventare, avanti e indietro nel tempo, regina di se stessa. Con grande talento, innocenza e sense of humour. Il documentario restituisce allo spettatore la carnalità, la libertà e il calore delle poesie di Patrizia Cavalli, l’esperienza di un'autentica ispirazione poetica fondata sulla vita quotidiana, e il senso profondo di un’esistenza che rifiuta la banalità delle definizioni.