“Giulia mia cara! Giorgio”, intervista alla regista Maria Mauti
Alla Festa del Cinema di Roma "Giulia mia cara! Giorgio" di Maria Mauti: un’opera che racchiude l'amore per il teatro e la grandezza di una delle sue più intense protagoniste.
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“Il complotto di Tirana”, intervista al regista Manfredi Lucibello Manuela Santacatterina
Alla 19ª edizione della Festa del Cinema di Roma, FRED Film Radio ha incontrato Manfredi Lucibello, regista de “Il complotto di Tirana”, documentario presentato nella sezione Freestyle.
Ne “Il complotto di Tirana” Manfredi Lucibello racconta una storia che potrebbe essere tranquillamente presa da un copione cinematografico e in cui realtà e finzione si mescolano continuamente. “Dentro di me c’era e c’è tutt’ora una grande riflessione su cos’è la realtà e su cos’è la finzione. Perché in fondo il mio lavoro si gioca in quel confine lì. Faccio sia documentari che film di finzione”, racconta il regista. “Però nel mio caso, a volte, i miei film di finzione sono più reali dei documentari che ho fatto. E questo film è un po’ una risposta, perché non c’è differenza tra i due. Quello che conta in fondo sono i sentimenti, perché sono veri. Ne Il complotto di Tirana si tratta di giocare tra questi due elementi per arrivare a raccontare l’essenza di un’opera d’arte”.
Se questa storia venisse raccontata come un film di finzione, quale sarebbe il genere perfetto per raccontarla? “Cè di mezzo il thriller, senza dubbio”, commenta Manfredi Lucibello. “Però c’è anche il racconto di una grande passione. Perché Marco Lavagetto ha fatto quello che ha fatto per dimostrare che la vera finzione è il mercato dell’arte. Era anche una sua rivalza verso un mondo che non l’aveva mai apprezzato veramente. Con il suo gesto li ha messi alla berlina. Dentro di lui ci sono i veri valori dell’artista. Quelli che magari non escono fuori nel mercato, ma che ti aiutano a portare avanti un’idea di arte”.
Dicembre 2000. Il celebre fotografo Oliviero Toscani accetta l’invito del critico d’arte Giancarlo Politi a curare una sezione della prima edizione della Biennale di Tirana. Toscani decide di presentare quattro artisti controversi, autori di opere provocatorie e scandalose: Dimitri Bioy, un presunto pedofilo; Marcello Gavotta, un pornografo dichiarato; Bola Equa, un’attivista ricercata dal governo nigeriano; e Hamid Picardo, il fotografo ufficiale di Bin Laden. È solo l’inizio di quella che passerà alla storia come una delle più grandi beffe della storia dell’arte contemporanea. Ora che i reati sono prescritti, i protagonisti possono finalmente raccontare la verità.
Written by: Manuela Santacatterina
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