“Lubo”, Intervista al regista Giorgio Diritti
"Lubo", secondo il suo regista Giorgio Diritti, dimostra che la diversità è preziosa ed è occasione di sviluppo. Ascolta l'intervista al regista.
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Giorgio Diritti, Elio Germano - Volevo nascondermi #Berlinale2020 fredfilmradio
PODCAST | Chiara Nicoletti intervista Giorgio Diritti ed Elio Germano, regista e attore del film Volevo nascondermi.
Un inno alla fragilità, così Elio Germano descrive il lavoro fatto su Volevo nascondermi, film di Giorgio Diritti in concorso alla 70esima Berlinale, che punta a raccontare l’uomo e l’artista Antonio Ligabue. Giorgio Diritti ed Elio Germano confermano di aver posto l’attenzione sulle caratteristiche che accomunano l’artista Ligabue con ognuno di noi: il suo desiderio di connettersi con gli altri, di essere accettato, la sua ricerca costante di un proprio posto nel mondo. Antonio Ligabue ha avuto un’infanzia infelice, priva di affetto e questo lo ha reso un costante bambino. Questo aspetto del suo carattere è particolarmente evidente nel film ed è una caratteristica che Diritti ha scoperto durante le ricerche sull’artista, ascoltando i racconti e gli aneddoti che lo riguardavano. Volevo nascondermi è il primo dei due italiani in concorso alla 70esima Berlinale ed uscirà nelle sale italiane il 27 febbraio. Il film è stato anche scelto da Alice nella Città che ha scelto di supportarlo in tutta Italia attraverso il progetto educational Scelte di classe. Dal 27 febbraio più di 1200 studenti delle scuole vedranno contemporaneamente il film in 8 sale alla presenza del regista e del cast.
Volevo nascondermi: Toni, figlio di una emigrante italiana, respinto in Italia dalla Svizzera dove ha trascorso un’infanzia e un’adolescenza difficili, vive per anni in una capanna sul fiume senza mai cedere alla solitudine, al freddo e alla fame. L’incontro con lo scultore Renato Marino Mazzacurati è l’occasione per riavvicinarsi alla pittura, è l’inizio di un riscatto in cui sente che l’arte è l’unico tramite per costruire la sua identità, la vera possibilità di farsi riconoscere e amare dal mondo. “El Tudesc,” come lo chiama la gente è un uomo solo, rachitico, brutto, sovente deriso e umiliato. Diventerà il pittore immaginifico che dipinge il suo mondo fantastico di tigri, gorilla e giaguari stando sulle sponde del Po. Sopraffatto da un regime che vuole “nascondere” i diversi e vittima delle sue angosce, viene rinchiuso in manicomio. Anche lì in breve riprende a dipingere. Più di tutti, Toni dipinge se stesso, come a confermare il suo desiderio di esistere al di là dei tanti rifiuti subiti fin dall’infanzia. L’uscita dall’Ospedale psichiatrico è il punto di svolta per un riscatto e un riconoscimento pubblico del suo talento. La fama gli consente di ostentare un raggiunto benessere e aprire il suo sguardo alla vita e ai sentimenti che sempre aveva represso. Le sue opere si rivelano nel tempo un dono per l’intera collettività, il dono della sua diversità.
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Written by: fredfilmradio
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