Roberto Faenza è al Torino Film Festival con il suo nuovo film “Folle D’Amore – Alda Merini“, una biografia sulla poetessa più famosa e amata d’Italia. In un arco narrativo che racconta la vita di Alda Merini sin dalla giovinezza, compone un manifesto anche politico sulla autodeterminazione femminile e la paura che generava e ancora genera nella società, tema purtroppo sempre molto attuale.
Solo necessità di libertà, di essere se stessa
Il concetto alla base di “Folle D’Amore – Alda Merini“, per Roberto Faenza, è l’interpretazione erronea e violenta di una voglia di libertà e autodeterminazione come una forma di pazzia, che ha segnato la vita della Merini. Lei non era pazza, siamo molto più pazzi e confusi noi ora in questo mondo schizofrenico.
Una casa centro del mondo
In “Folle D’Amore – Alda Merini” nella fase adulta della vita della poetessa una splendida Laura Morante è la padrona di un appartamento che diventerà il centro della discussione su cultura e arte. Il simbolo della forza e della importanza che Alda Merini ha avuto nella cultura italiana.
Plot
A Ripa di Porta Ticinese, sui Navigli, c’è un appartamento la cui porta è sempre aperta. A varcarla sono spesso intellettuali, cantanti, giornalisti, ma anche semplici curiosi.
Sono tutti lì per lei, Alda: 70 anni, unghie smaltate, sigaretta sempre accesa, un caos in cui si trova a suo agio. Ma cosa la rende così speciale? La sua poesia, certo, ma forse anche la sua vita senza mezze misure, che è lei stessa a raccontare, con ironia e sagacia, a un giovane intellettuale, Arnoldo.