È nato dall’incontro con i produttori, Renata Di Leone e Giovanni Capalbo, il nuovo documentario di Daniele Vicari “Fela, il mio dio vivente”, storia travolgente nei confronti del cinema, della musica, dell’Africa di Michele Avantario. Un ragazzo che per tutta la vita insegue il sogno di realizzare un film sul carismatico e irraggiungibile di Fela Kuti.
La scoperta della storia di Michele Avantario
“Con questo film provo a raccontare una storia semplice ma potente, quella di un ragazzo che si confronta con un mito vivente, tentando di realizzare un film impossibile. Una storia che suona, balla, fuma, ama, viaggia, che ha il sapore dell’Africa, della politica, degli Anni ’70 e che supera ogni forma di colonialismo, anche quello “interiore” che ancora oggi ci portiamo dentro“, racconta Vicari, che ha presentato il documentario in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2023, nella sezione Freestyle Arts.
“Guardando i materiali di Michele, conservati dalla moglie Renata, non potevo prescindere dalla storia di quest’uomo. Michele fa un viaggio e ci racconta una possibilità che appare per noi oggi impossibile. L’avventura cinematografica di Michele è anche umana, ha a che fare con la musica e con la storia, un romanzo di formazione in cui diventa uomo“, spiega sempre Vicari.
La voce narrante di Claudio Santamaria
Tutto il film è accompagnato dalla voce off di Claudio Santamaria. “Ho preparato un teaser trailer con la voce di Michele e l’ho mandata a Claudio – ci racconta ancora il regista – Ho lavorato con lui in “Diaz” e oltre a essere un bravo doppiatore, è anche un cantante e musicista. Volevo che mi desse il suo parere su quel teaser. Mi ha mandato dei vocali in cui interpretava Michele e ho deciso che doveva essere lui a raccontare il film. Fa anche un po’ sorridere che la voce di Batman sia diventata così intima, sentimentale, ironica e scanzonata“.
La grande forza del cinema
Vicari ha sempre alternato nella sua carriera film di finzione a documentari: “Non penso a una differenza di generi. Il cinema documentario non è mai stato qualcosa in meno rispetto al cinema di finzione, anzi. Permette una riflessione filosofica anche sul linguaggio del cinema. Michele era un videoartista che si è innamorato della storia di Fela Kuti e questo dimostra la grande forza che ha il cinema. Questo film ha a che fare con l’utopia del cinema e sul fatto che l’arte, qualunque essa sia, può unire“.
Plot
Primi anni ’80. Un giovane regista, Michele Avantario, incontra il grande musicista e rivoluzionario nigeriano Fela Kuti e da quel momento dedica la sua vita alla realizzazione di un film interpretato dallo stesso Fela. Non ci riuscirà mai, ma scoprirà qualcosa di più importante per lui: una nuova idea di esistenza.