PODCAST | Chiara Nicoletti intervista Davide Bongiovanni, regista del film (R)esisti.
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“L’idea del cortometraggio è nata in una notte di marzo, nel pieno lockdown”, racconta Davide Bongiovanni, autore di (R)esisti, cortometraggio documentario presentato al 38° Torino Film Festival fuori concorso. Il regista, dai primi giorni di lockdown, ha deciso di essere in prima linea per documentare ciò che stava accadendo e armato di telecamera a spalla e GoPro montata sul petto di un’infermiera o in un casco Cpap, ci lascia una testimonianza impattante, efficace ma rispettosa di quel che ancora non ci siamo lasciati alle spalle: la pandemia, le conseguenze del Covid 19. Lo scopo di quest’opera? Registrare tutto, andare a fondo, raccontare gli stati d’animo, ciò che non sempre possiamo e abbiamo potuto vedere con una salda e speranzosa idea di futuro. Che attraverso questo corto e un futuro lungometraggio si possa ricordare con consapevolezza e non dimenticare.
(R)esisti: Lo scenario apocalittico, la città deserta. Le strade si svuotano, le case si riempiono. Dentro e fuori la vita è cambiata. Tutto rimbalza tra momenti d’intimità familiare e ospedali che si trasformano. L’aeroporto adibito a camera mortuaria, l’ambulanza che trasporta un infetto, il tempio crematorio. Intanto nelle case si vive una nuova intimità. Dalla mattina alla sera tutto è cambiato e può cambiare ancora. (R)Esisti!, un cortometraggio che mostra i giorni che il regista ha vissuto immerso nell’inferno del Covid-19.
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