“Birth” lungometraggio in concorso al 41° Torino Film Festival della regista coreana Jiyoung Yoo è stato premiato dalla Fipresci come Miglior Film di questa edizione. Un racconto molto intimo e profondo sul concetto del corpo della donna, e del rapporto donna- madre nella cultura coreana.
L’annullamento della identità della donna che deve diventa madre
Il tema centrale di “Birth” è il mutamento nella valutazione della società coreana della donna una vota che è portatrice di un bambino. Jiyoung Yoo ci mostra come l’attenzione passi solamente sul nascituro o nascitura e la donna non più una individualità e un senso se non quello del dovere di partorire.
Il mondo maschile è incapace di comprendere e di empatizzare
In “Birth” quello che Jiyoung Yoo racconta è anche l’incapacità del maschio di comprendere, di aiutare e di essere a fianco della donna che ha dubbi e ansie sulla maternità, e sulle modifiche che questa nuova condizione le impone. La sola empatia viene dal mondo femminile.
Plot
Jay, una giovane scrittrice promettente, sta per pubblicare il suo nuovo libro. Geonwoo, compagno di stanza di Jay e amante, lavora come insegnante di inglese presso un istituto privato e assiste silenziosamente Jay. A entrambi importa l'uno dell'altro e sono felici così come sono. Tuttavia, la gravidanza non pianificata di Jay porta enormi vantaggi e cambiamenti, causando conflitti tra i due.