In un’intervista rivelatrice, Fede Gianni, il regista di “Billi il Cowboy,” nella sezione Settimana Internazionale della Critica, condivide le ispirazioni e le motivazioni dietro questo affascinante cortometraggio. La storia ruota attorno a Billi, un ragazzo di dodici anni che sogna di diventare un cowboy. Ambientato alla fine degli anni ’60 nella campagna romana, Billi si trova a confrontarsi con le realtà dell’infanzia e l’attrattiva potente di una versione idealizzata dell’eroismo.
Fede Gianni riflette sull’archetipo del cowboy, notando il suo riconoscimento nella cultura popolare e il suo ruolo nel plasmare le aspirazioni di Billi. “Il cowboy rappresenta una verità tradizionale ed è un archetipo affascinante da reimmaginare,” spiega. Questa fascinazione non solo alimenta il desiderio di avventura di Billi ma riflette anche l’aspirazione universale alla libertà e al coraggio. Fede Gianni afferma che chi non vorrebbe cavalcare liberamente attraverso le praterie e incarnare le qualità eroiche associate al cowboy?
Il film esplora un momento di crisi per Billi quando un’opportunità di lavorare con un gruppo di stuntmen per un film Western si presenta. “Quando questa occasione si presenta, Billi crede che potrebbe essere la sua grande occasione, ma la sua famiglia non condivide la stessa visione,” racconta Fede Gianni. Questo conflitto di interessi tra le aspirazioni di Billi e le aspettative familiari evidenzia le tensioni presenti nella vita di molti adolescenti.
La scelta delle location e l’estetica del film sono fondamentali per la narrazione. Gianni utilizza inquadrature che mettono in risalto i contrasti tra i sogni del protagonista e la realtà che lo circonda. “Volevo riflettere il contrasto tra il mondo romantico dei cowboy e le sfide quotidiane che affronta Billi,” spiega. La cinematografia, con le sue scelte visive, crea un’atmosfera immersiva che permette agli spettatori di vivere i sogni e le paure del giovane protagonista.
Nel corso della narrazione, il regista porta alla luce le dinamiche di amicizia e le complessità delle relazioni tra adolescenti. “crescendo, più che mai, l’amicizia si fa fondamentale e complessa,” afferma Fede Gianni. Con il film, cerca di infondere il suo personale vissuto nelle relazioni tra adolescenti, mostrando come la crescita e le aspettative sociali possano influenzare i legami interpersonali.
Il processo creativo di Fede Gianni è caratterizzato da un approccio collaborativo con il cast, che gioca un ruolo cruciale nell’interpretazione delle emozioni dei personaggi. “Ho voluto lavorare con attori non professionisti che potessero incarnare lo spirito dei personaggi, portando autenticità alla storia,” racconta Fede Gianni. Attraverso prove e workshop, i giovani attori hanno sviluppato una chimica reale e relazioni credibili, elevando ulteriormente la narrazione.
In conclusione, “Billi il Cowboy” si presenta come un’opera che non solo esplora i sogni d’infanzia, ma affronta anche le delicate sfide di crescita e identità. Attraverso la visione di Fede Gianni, il film invita il pubblico a riflettere sulle proprie esperienze di crescita, le aspirazioni e le pressioni che spesso accompagnano l’adolescenza, rendendo questa storia di avventura e autoaffermazione particolarmente rilevante.
Plot
È la fine degli anni ’60 e nella campagna romana, accanto ai cantieri della nascente borgata, si girano decine di film western. Billi ha dodici anni, monta a cavallo e sogna di fare il cowboy. Quando un capo comparse giunge nella piazza in cerca di giovani cascatori, Billi sente che questa è la sua grande occasione. La sua famiglia però la pensa diversamente.