All’81 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica FRED Film Radio ha incontrato Milad Tangshir e Ibrahima Samboura, regista e protagonista di “Anywhere, Anytime”, unico film italiano presentato in concorso alla Settimana della Critica. Una storia dedicata a tutti gli invisibili del mondo.
Un titolo che contiene più sfumature
Il titolo del film porta ad una riflessione, perché “Anywhere, Anytime” sono le parole che Issa ha scritte sul suo zaino da rider e che raccontano alla perfezione la loro condizione lavorativa. Ma che sintetizzano anche alla perfezione la nostra. Perché “ovunque, in qualunque momento” la nostra vita può cambiare. “Sì, il titolo oltre ad essere lo slogan della compagnia di delivery per la quale lavora il protagonista, è anche una storia di sopravvivenza senza tempo”, racconta il regista Milad Tangshir.
Dare voce a chi non ce l’ha
Ibrahima Sambou non è un attore professionista. Nella vita fa tutt’altro, ma per “Anywhere, Anytime” ha vestito i panni del protagonista ritrovandosi catapultato da un giorno all’altro sul grande schermo. “Il mio primo giorno sul set non è stato facile, all’inizio c’è sempre l’ansia. Anche se poi è andato tutto liscio e mi piacerebbe continuare a fare altri film”. Il personaggio di Issa dà voce e corpo a tanti uomini e donne che vivono nelle città del mondo e che sono invisibili. Ibrahima Sambou ha sentito un senso di responsabilità nel rappresentarli? “Si, perché ho degli amici a Torino e in altre parti del mondo che non hanno i documenti, non hanno niente in tasca. Per me è stata un’occasione per dare voce a chi non ce l’ha”.
Il legame con Ladri di biciclette
“Anywhere Anytime”è legato a doppio filo a “Ladri di biciclette“ di Vittorio De Sica. Ma dall’anno di uscita del film, il 1948, ad oggi, è cambiato qualcosa o semplicemente sono cambiati i protagonisti di questa storia? “Sicuramente non è cambiato il fatto che una bicicletta vuol dire sopravvivenza. Sono cambiati i volti dei vulnerabili che adesso perdono e rubano biciclette nelle nostre strade. Mi piacerebbe precisare che non potevo permettermi mai di fare un remake di Ladri di biciclette, è un’opera inarrivabile. Però volevo usare questo pezzo importante di cultura italiana per riflettere su dove e in che momento mi trovo, cosa c’è attorno a me. E che ottant’anni dopo una bicicletta, un oggetto così semplice, può cambiare la vita delle persone”.
Plot
Issa è un giovane immigrato clandestino che a Torino cerca di sopravvivere come può. Licenziato dal suo datore di lavoro, grazie a un amico inizia a fare il rider. Ma l’equilibrio appena conquistato crolla quando, durante una consegna, gli viene rubata la bicicletta appena comprata. Issa intraprende così un’odissea disperata per le strade della città per ritrovare la sua bici.