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Festa del Cinema di Roma

“Giulia mia cara! Giorgio”, intervista alla regista Maria Mauti

todayOctober 25, 2024

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"Giulia mia cara! Giorgio è come un mosaico: tasselli che si uniscono per formare il volto di Giulia Lazzarini, grande attrice del teatro italiano."

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    "Giulia mia cara! Giorgio", intervista alla regista Maria Mauti Federica Scarpa

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Alla 19° Festa del Cinema di Roma, FRED Film Radio ha intervistato Maria Mauti, regista di “Giulia mia cara! Giorgio”, presentato nella sezione Freestyle. Questo film, dedicato all’attrice Giulia Lazzarini, rappresenta una testimonianza potente e intima del mondo del teatro e dell’eredità artistica di Lazzarini.

“Un volto che si svela tassello per tassello”

Ci racconta Maria Mauti. “Giulia mia cara! Giorgio è come un mosaico: tasselli che si uniscono per formare il volto di Giulia Lazzarini, grande attrice del teatro italiano. A 90 anni, Giulia continua a essere presente sul palco, incarnando un teatro senza tempo.” Con queste parole, Mauti ci introduce all’essenza del film, non solo un omaggio alla carriera dell’attrice, ma anche un viaggio attraverso la storia e le emozioni di una forma d’arte sempre viva.

Milano come simbolo e omaggio

Nel film, Mauti crea un parallelismo con Roma di Fellini: “Come Fellini omaggia la sua città, anch’io volevo mostrare Milano nella sua verità, con una ruvidezza che rende omaggio ai teatri disabitati alle prime ore del mattino,” dice Mauti. In “Giulia mia cara! Giorgio”, la regista ci accompagna attraverso le strade di Milano, in un viaggio che omaggia la città e il suo ruolo fondamentale nella storia del teatro italiano, legandola indissolubilmente a Giulia Lazzarini e alla sua carriera.

Un’opera per tutti, un amore per il teatro

Per Maria Mauti, “Giulia mia cara! Giorgio” è una lettera d’amore al teatro e a tutte le sue sfumature: “Questo è un film per chiunque, non solo per chi conosce il teatro. È un omaggio a ciò che significa essere un attore e alla passione che Giulia trasmette attraverso ogni interpretazione.” La regista racconta come Giulia, interpretando se stessa, diventi simbolo di un teatro umano e vivo, un’arte che parla al pubblico in modo universale.

Archivio e ricordi: costruire una memoria viva

Il lavoro di archivio è stato centrale nella creazione di “Giulia mia cara! Giorgio”. “Non volevo che il film fosse un semplice documentario,” spiega Mauti, “ma un’opera al presente, dove anche gli archivi hanno una vita.” Grazie al supporto del Piccolo Teatro di Milano, nel film emergono momenti inediti della carriera di Lazzarini, scene potenti come Giorni felici e La Tempesta, che mostrano tutta l’intensità e la grandezza dell’attrice.

La grandezza e l’umiltà di Giulia Lazzarini

Parlando del lavoro con Lazzarini, Maria Mauti si sofferma sul rigore e sull’umiltà dell’attrice: “Giulia è sempre alla ricerca, non chiude mai una interpretazione come fosse definitiva. Questa sua onestà e profondità nel lavoro l’hanno resa un gigante del teatro,” afferma la regista. In un passaggio del film, infatti, si vede Giulia ascoltare attentamente le indicazioni, pronta a trasformarsi per adattarsi alla visione del regista. Un umiltà che, secondo Maria Mauti, è la chiave per comprendere l’essenza del teatro stesso.


Plot

“Giulia mia cara! Giorgio” è la formula con cui iniziano e finiscono le numerose lettere che il grande regista Giorgio Strehler scrisse all’attrice Giulia Lazzarini, sua musa e collaboratrice. Il film parte da questo dialogo elettivo tra due artisti che hanno dato vita a uno dei più fecondi sodalizi del teatro del Novecento per poi entrare nel mondo di una delle più straordinarie interpreti della scena italiana, ascoltandone le riflessioni e mostrandone le emozioni. Alternando interviste e materiale di repertorio spesso inedito, la regista Maria Mauti torna a raccontare la storia della cultura attraverso i suoi protagonisti (aveva in passato realizzato profili, tra gli altri, di Ermanno Olmi, Pina Bausch e José Saramago) e realizza un ritratto intimo e appassionante di Giulia Lazzarini, capace di trascendere i confini del palcoscenico per esplorare la complessità dell’anima.

Written by: Federica Scarpa

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