Per Maria Pia Calzone interpretare la madre di Lina Sastri nell’opera prima dell’attrice “La casa di Ninetta”, presentata in anteprima al 15esimo Bif&st, e nei cinema italiani a maggio, è stato come fare un triplo salto carpiato. “Sono una persona che cerca di fare al meglio un ruolo e in questo caso mi sono concentrata sul personaggio di Ninetta, cercando di dimenticare che la regista fosse stata testimone di quei fatti. Mi sono affidata alle sue capacità di direzione degli attori“.
Un racconto di donne
“Mi piacerebbe non dover categorizzare tra storie al maschile e al femminile, che ci fosse un’omogeneità di storie, e non il bisogno di rivendicare un racconto al femminile – ci spiega Calzone a Bari – I recenti numeri dicono che i film scritti e realizzati da donne e con una sensibilità femminile funzionano anche nel mercato cinematografico“.
Ruoli al femminile non solo legati all’età
“Abbiamo bisogno di raccontare storie di donne che non siano stereotipate o figure ancellari della parte maschile – dice ancora a Fred Film Radio l’attrice, che fa parte dell’Osservatorio della parità di genere del Mic e anche dell’associazione Unita – Il femminile non si può fermare ai 45 anni, dobbiamo mostrare una società che non si svolge solo nella gioventù, come fa “La casa di Ninetta“. Le donne hanno un valore, non legato all’età o all’aspetto fisico. Noi attrici abbiamo una responsabilità quando raccontiamo delle storie e determinati personaggi. Al tempo stesso è importante anche interpretare dei ruoli senza giudizio, altrimenti non avrei potuto fare Donna Imma nella serie Gomorra”.
La possibilità di crescita
Calzone guarda al futuro con la speranza di non ripetersi nel suo lavoro: “La recitazione mi dà la possibilità di crescere, di indagare su me stessa, conoscermi meglio, cercare lati del mio carattere che solitamente non frequento. Più di ogni altra cosa mi interessa non ripetermi“.
Plot
"La casa di Ninetta" parla della storia di una donna luminosa e speciale: Ninetta; e di sua figlia Lucia, che fa l'artista e ha un rapporto di grande amore con sua madre.
Ninetta è accudita da tre badanti perché malata di Alzheimer, vive in una casa a Napoli, dove Lucia va a trovarla ogni volta che le è possibile.
La voce fuori campo di Lucia ci guida nel racconto della famiglia, passando dal presente al passato e seguendo il flusso della memoria.
Nel passato di Ninetta c’è Alfonso, il grande amore della sua vita, uomo affascinante, ma dai risvolti oscuri. Un amore travolgente, ma anche tossico.
Una storia di amori, quelli di Ninetta e della figlia Lucia, non sempre felici.
Tutto viene raccontato con leggerezza e allegria, perché questa è una storia napoletana: con la sua musica ed i suoi colori pastello, perché di musica è fatta Ninetta.
Nel film sentiamo la voce originale di Ninetta che, cantando antiche melodie napoletane, scandisce i capitoli del racconto.