Alla 21ª edizione di Alice nella Città, FRED Film Radio ha incontrato Giulia Maenza, Antonio Catania e Selene Caramazza per parlare di “The Bad Guy 2”, la seconda stagione della serie scritta e diretta da Giuseppe S. Stasi e Giancarlo Fontana, disponibile su Prime Video dal 5 dicembre.
Nino Scotellaro (Luigi Lo Cascio) ha lottato una vita per arrivare a Mariano Suro (Catania), il Capo dei Capi di Cosa nostra, senza mai riuscirci. E ora che si trova davanti a lui, con la falsa identità di Balduccio Remora, “cugino dell’America del Sud”, è pronto a vendicarsi. Con lui c’è Teresa (Maenza), la figlia ultimogenita del boss, stessi sentimenti di rivalsa e un unico obiettivo: uccidere suo padre. Ma quando Suro capisce che di fronte ha l’ex magistrato che lo ha perseguitato per una vita, fa leva sulla sua sete di verità: non ha agito da solo e lo dimostrano anni di intercettazioni con pezzi grossi dello Stato contenute in un archivio. Una verità alla quale a lungo non ha voluto credere la sorella di Scotellaro, Leonarda (Caramazza). Poi ha scoperto che la verità era un’altra. E non potendo più salvare suo fratello ha deciso di vendicarlo.
“Lasciare alle fiction il compito di aprire gli occhi agli adolescenti è un po’ un pericolo, perché spero che abbiano già gli strumenti per capire che questa è una finzione, un’iperbole”, sottolinea Antonio Catania parlando della possibile influenza che la serie può avere sul pubblico più giovane. “Quel tipo di mafia, quel tipo di criminale non esiste più. Ormai la mafia viaggia a Piazza Affari, online. Non c’è più il boss che garantiva la protezione dai politici, i voti. Diciamo che la serie prende quel mondo e lo usa per poter sviluppare dei rapporti umani fra un cacciatore e una preda, fra delle persone deluse che hanno capito che comunque sono state tradite da padri, fratelli. È un mondo, è una realtà che si misura attraverso il grottesco, il dramma”.
Plot
La seconda stagione di The Bad Guy si gioca sulla guerra per l’introvabile archivio di Suro, anni di intercettazioni tra il boss e pezzi grossi dello Stato. Tutti lo vorrebbero: Nino, Luvi, Il Maggiore Testanuda, Teresa, Leonarda. L’archivio diventa, così, un campo di battaglia esistenziale tra passato e futuro, una bomba ad orologeria pronta ad esplodere nelle mani di chi riuscirà ad impossessarsene.